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Il Coniglietto: origine e leggenda di un importante simbolo dell Pasqua (Inghilterra e Germania)

La Pasqua si avvicina. Molte sono le immagini rappresentative e le usanze tipiche di questo periodo.

Sicuramente l’Uovo, simbolo di rinascita, è un emblema immancabile in ogni paese del mondo e con esso le varie chiocce, galline e pulcini.

Ma non solo… anche un altro simpatico animaletto è spesso presente: il Coniglietto.

Già ai tempi del paganesimo, i conigli e le lepri erano protagonisti della primavera. Spesso venivano associati alla luna e, ancora oggi molte culture come quella cinese e indiana vedono nel coniglio una figura importante: in Cina si racconta che una lepre si sacrificò per nutrire Buddha e che quest’ultimo per ringraziarlo lo impresse sulla luna, mentre in alcune zone dell’India attribuiscono all’animale, la creazione della terra.

Molto importanti erano anche nella cultura nordica che, durante le celebrazioni delle divinità lunari, le raffiguravano in una processione intenta a portare delle lanterne; inoltre pare che la dea Freya, avesse al suo servizio delle lepri.

In ogni dove il simpatico animaletto inoltre, ha da sempre simboleggiato la fertilità. Nulla di più adatto quindi in un periodo di rinascita come la primavera, di cui erano, senza dubbio, i rappresenti ideali.

Con la diffusione del Cristianesimo, si è continuato a mantenere viva la sua importanza, soprattutto per il legame con il satellite terrestre, ma ha assunto un significato religioso ben diverso: alcuni credenti vedono nella figura del coniglio che esce dalla tana, simbolicamente Gesù, che risorgendo esce dalla tomba, o, in ogni caso, un ritorno alla luce.

Intorno alla figura del coniglio, oltretutto, ruotano tante tradizioni, usanze e leggende che coinvolgono soprattutto i bambini.

Ad esempio, si narra che in un piccolo villaggio inglese, la povertà impediva alle giovani mamme di acquistare per i loro piccoli dei regali da donare il giorno di Pasqua. Così per rendere felici i bambini, decisero di dipingere con allegri e accesi colori le uova che riuscivano a raccogliere nei pollai. Le nascosero in un bosco poco distante e accompagnarono i figli, la mattina di Pasqua a giocare nei pressi della macchia. Quando i bimbi trovarono le uova, non riuscirono a credere ai loro occhi e si interrogarono su chi fosse l’artefice di quel regalo. Fu allora che videro un coniglio fare capolino tra i cespugli e, colti dall’entusiasmo, attribuirono a lui il gioioso evento.

In realtà sembra che la storia di Easter Bunny, come lo chiamano in Inghilterra, sia solo successiva a quella ritenuta più antica che ebbe origine in tempi remotissimi nell’attuale Germania.

Si racconta che, quando stava per terminare l’inverno, la dea Eostre, divinità germanica che rappresentava la vita, la rinascita, la fertilità e la primavera, trovò un uccello ferito. Per sottrarlo a morte certa, e al freddo degli ultimi giorni invernali, lo trasformò in una lepre così che riuscisse a trovare un rifugio sotto terra e sopravvivere alle gelate. Il cambiamento però non fu completo e la lepre continuò a deporre le uova. Appena arrivata la bella stagione, uscì dalla tana e portò le uova che aveva deposto alla dea in segno di ringraziamento per avergli salvato la vita.

Fino a qualche anno fa, in ricordo di questa vicenda, i bambini, in Germania, preparavano dei nidi da mettere in luoghi poco frequentati, per accogliere il coniglio. Qui si poteva riparare, senza essere disturbato o spaventato fino al giorno di Pasqua, quando loro stessi, di buon mattino davano via alla “caccia alle uova”, che secondo la tradizione, il coniglio, metteva nei nidi per ringraziarli dell’ospitalità e per farli divertire.

L’usanza si diffuse rapidamente anche in America, ma ad oggi sembra purtroppo che stia andando pian piano scomparendo.

Sono leggende, storie inventate, o rivisitazioni di eventi accaduti sul serio. Fatto sta, che nei secoli, la figura del coniglio, è ancora viva e resta uno dei simboli più importanti della Pasqua.

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