Solstizio d’Inverno, tradizioni del Mondo e dell’Antica Roma
Il Solstizio d’Inverno, che ogni anno cade tra il 21 e il 22 dicembre, è il giorno più breve che ci sia.
In questa data, infatti, ogni anno, il Sole illumina per meno tempo la Terra facendo sì che le ore notturne siano maggiori rispetto a quelle di Luce.
È vero anche però, che a partire da solstizio, le giornate iniziano ad allungarsi simboleggiando la rivalsa della Luce sulle Tenebre. Questo evento, nel corso dei secoli, ha determinato la nascita di diverse tradizioni soprattutto pagane, le quali veneravano la vittoria del Dio del Sole sul buio.
In tutto il mondo, riti e costumi popolari, rendevano il 21 dicembre un vero e proprio giorno di festa. Dalle regioni scandinave, dove era solito bruciare un ceppo di legno per propiziare il ritorno del caldo e della luce onorando lo Yule, fino all’ Egitto dove si venerava il dio Horo.
Le usanze si rincorrono anche dal sito neolitico di Stonehenge in Gran Bretagna, dove i druidi ancora oggi si riuniscono per le celebrazioni, fino a ricordare quelle che avvenivano in America da parte delle popolazioni azteche e inca.
E in Italia?
Nell’ antica Roma, il Solstizio d’Inverno rappresentava l’inizio delle festività chiamate Saturnali dove, la città, in onore del Dio Saturno veniva addobbata e ornata di ghirlande e grandi bracieri che sputavano fuoco per spazzare via le tenebre e donare luce. Ci si scambiava doni e si stava insieme mangiando pangiallo e bevendo vino.
Nello stesso periodo i Cristiani allora come oggi, festeggiano il Natale, che rappresenta, con la nascita di Gesù, la luce della speranza che trionfa sull’oscurità del Male.