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Gli Sbilfs, i folletti dei boschi della Carnia (Friuli Venezia Giulia)

Passeggiando tra i boschi delle Carnia, in Friuli Venezia Giulia, e possibile che vi sentiate osservati o che riusciate a sentire strani rumori che comunemente attribuireste agli animali che corrono tra le foglie. Possibile certo, ma chissà che invece non si tratti dei Sbilfs? Si dice infatti, che un tempo le grandi foreste a ridosso delle Alpi, erano abitate da tantissimi folletti che avevano come dimora i grossi tronchi degli alberi, amavano correre nel sottobosco e anche fare molti scherzi a chi si trovava a passare di lì. Spesso si spingevano fino ai villaggi, dove si burlavano degli abitanti rubando leccornie e pietanze succulente. Gli Sbilfs non sono cattivi, ma adorano giocare in modo benevolo con chi gli sta intorno anche se spesso non vengono visti. Solo alcuni hanno questa fortuna e spesso si tratta di bambini o di persone particolarmente buone, ancora in grado di vedere con il cuore e non solo con gli occhi.

Questi folletti, dall’abito rosso, ghiotti e inafferrabili, oltre a prendersi gioco della gente sono anche molto propensi ad aiutare chi si trova davvero in difficoltà. Alcune persone perse nella fitta vegetazione friulana, pare abbiano miracolosamente trovato la strada, così, per pura magia o magari per opera degli Sbilfs.

Secondo la zona di abitazione, possono avere nomi diversi. Tra i più conosciuti ci sono Macarot e Ridusela, i due coniugi di Forni di Sopra, Pamarindo, che si diverte a bloccare i passanti a Gemona e i golosi Guriuz, di Paularo. Questi ultimi però, secondo la leggenda, non esisterebbero più, uccisi da un esercito straniero che voleva sottrarre loro un immenso tesoro, mai trovato.

La presenza di questi simpatici abitanti dei boschi, è ancora oggi narrata ai bambini ed è una delle storie più caratteristiche del Friuli Venezia Giulia. Come tutti i racconti leggendari, lascia dietro di sé un alone di magia e mistero tanto che, percorrendo i sentieri tra castagni, faggi, pini e abeti, sembra quasi di percepire i loro sguardi nascosti dietro le foglie.

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