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Leggende,  Storie italiane

San Biagio, protettore della gola… Il giorno di febbraio in cui si mangia il Panettone

Il 3 febbraio, è una data importante! Essendo successiva al giorno della Candelora, rappresenta il “termine” del freddo inverno e il passaggio alla primavera. In questo giorno si celebra San Biagio.

Il Santo, molto riverito a Milano, è presente anche sulle guglie del Duomo. Durante la sua vita, svolgeva la professione di medico e, si racconta, che oltre alle sue note capacità lavorative riuscì a salvare un bambino grazie a un miracolo.

La leggenda narra che, anche se perseguitato in quanto cattolico, una donna portò da lui suo figlio a cui si era conficcata una lisca di pesce nella gola. Prontamente, San Biagio, lo salvò con una mollica di pane. Da quel momento, venne considerato il Santo protettore della gola e delle malattie ad essa legate.

Singolare sapere che, per festeggiarlo, è tradizione in Lombardia, mangiare il… Panettone!

Infatti, ogni buon milanese, tiene da parte una fetta del dolce natalizio per eccellenza, da gustare in questa giornata come porta fortuna e come protezione per la salute durante il nuovo anno.

Si pensa che, questa usanza, sia legata a un altro miracolo, avvenuto proprio il 3 febbraio.

Si racconta che, una signora, portò a far benedire un panettone da un frate, ma quest’ultimo indaffarato, le chiese di lasciarlo e di tornare a prenderlo qualche giorno dopo.

Passò il tempo e l’uomo si dimenticò del dolce. Trascorse le feste, ripensò al panettone e credendo che ormai, la donna non sarebbe più tornata iniziò a mangiarlo.

Poco dopo, ella entrò nella canonica chiedendo indietro il suo panettone benedetto. Il frate allora, le raccontò l’accaduto e andò in cucina per renderle il piatto vuoto. Ma con grande stupore, trovò nella credenza ben due panettoni! Si gridò al miracolo e, in ricordo dell’avvenimento, è di buon auspicio mangiare una fetta del dolce natalizio proprio nel giorno di San Biagio.

La festività è molto sentita anche in Abruzzo dove, per l’occasione, vengono benedetti dei taralli dolci, rigorosamente arricchiti da semi di anice (ottima per i problemi alla gola) da dare in dono, dopo la Messa, ai propri parenti come protezione dai malanni.

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