Storia e origine del Pandoro di Verona (Veneto)
Pandoro o Panettone? Questa è la domanda che ad ogni Natale ci si pone… Bene, ad ognuno il suo gusto, ma è importante sapere, che questi dolci tipici delle festività hanno una lunga storia e sono legati ad aneddoti particolari che li hanno fatti diventare i dolci natalizi per eccellenza così come li conosciamo ora.
Oggi voglio raccontarvi le origini di uno dei due Signori del Natale: il Pandoro di Verona.
Già dal nome possiamo capire la regione dove è nato, ma come è stato inventato? Ci sono varie correnti di pensiero, tutte più o meno accreditate. Tra queste c’è chi dice che deriverebbe dal “Pan de Oro”, un dolce che anticamente era molto in voga sulle tavole dei ricchi veneziani ai quali piaceva sfoggiare le foglie d’oro zecchino con cui era ricoperto; altri ritengono che ci siano similitudini con il Pane di Vienna e con le Brioche francesi tanto da inspirare il Pandoro già dal 1700, durante l’Impero Asburgico.
Le versioni più accreditate tuttavia restano tre: quella della derivazione dal tradizionale dolce a forma di stella a otto punte e ricoperto di glassa, preparato fin dai primi del 1200 a Verona durante le feste, il Nadalin, quella raccontata dalle nonne veronesi che lo ritengono la rivisitazione di un pane dorato da mangiare insieme agli angeli e quella che racconta di un garzone, che mentre preparava l’impasto per i dolci natalizi notò che la quantità di uova impiegata, aveva reso il preparato talmente giallo, da portarlo a gridare: “il Pan de oro!”
Non sappiamo, e credo non sapremo mai quale di queste versioni sia quella che più rispecchia la realtà dei fatti, né se la forma derivi dal Nadalin o dal pittore Angelo Dell’Oca Bianca a cui spesso è attribuita, ma l’unica certezza che ci resta sul Pandoro è che, nel 1894, Domenico Melegatti brevettò la ricetta di questo delizioso dolce così come lo conosciamo oggi alto, soffice, e… giallo.
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