La triste storia di Sé-Frid e della sua amata fata(Valle d’Aosta)
Nel parco faunistico del Mont Avic, a Chevrere, frazione di Champdepraz, possiamo notare una grande, anzi enorme roccia. Essa prende il nome di Sé-Frid ed è proprio qui che nasce una leggenda, una storia d’amore e sofferenza che ancora oggi viene raccontata in tutta la valle.
Si narra che un pastore, Frid, si innamorò perdutamente di una bellissima fata. Egli era molto timido e non osava avvicinarla, ma lei accortasi dell’interesse che le veniva mostrato decise di avvicinarlo e conoscerlo. Ben presto la conoscenza si trasformò in amore da entrambe le parti. I due innamorati si incontravano proprio in prossimità del masso sopra citato.
La bella fata però nascondeva qualcosa. Il suo viso era meraviglioso, ma sotto le lunghe vesti celava due brutte zampe di capra.
Lei non voleva che Frid la vedesse, ma un giorno, alcune fate invidiose del suo bel sentimento decisero di fargli un terribile dispetto. Accorciarono, a sua insaputa, l’abito che indossava cosi, quando si sarebbe seduta, alzandosi avrebbe mostrato all’amato le fattezze caprine.
Così accadde, e il giovane pastore, scoperta la verità, fuggì immediatamente senza nemmeno voltarsi alle urla disperate dell’amata.
La fata pianse, battè i pugni fino a spaccare la roccia, aspettò per giorni invano il ritorno di Frid, finché consumata dal dolore diventò una leggera nuvola che viaggiò nel cielo in cerca del suo amore.
Ancora oggi il terreno che circonda il masso, un tempo verde e rigoglioso, è brullo e infecondo, quasi non volesse più rigenerarsi senza l’amore dei due sventurati ragazzi.
IMMAGINE: “Pan nel canneto” A. Bocklin