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Pizzomunno e Cristalda, storia di un amore eterno nel mare di Vieste (Puglia)

Si narra che, quando la cittadina di Vieste non era altro che un villaggio di pescatori, due giovani che vi abitavano, si innamorarono.

Forte e alto lui e di rara bellezza lei, si chiamavano Pizzomunno e Cristalda.

Il loro amore era talmente sincero e profondo che nessuna avversità riusciva a scalfirlo.

Quotidianamente, il ragazzo, usciva in barca per andare a pescare e ogni giorno veniva circondato da splendide sirene che, incantate dal suo sguardo, intonavano per lui dolci melodie offrendogli l’immortalità se solo avesse accettato di diventare loro re ed amante.

Pizzomunno non si fece persuadere, poiché l’amore per la sua Cristalda era al di sopra di qualunque offerta.

Una sera però, le creature marine, stanche dei continui rifiuti, colte da un’irrefrenabile gelosia, aggredirono Cristalda mentre passeggiava con il suo amato lungo la costa, trascinandola negli abissi.

Pizzomunno cercò di salvarla rincorrendola e tuffandosi nel profondo mare, ma della fanciulla non c’era più traccia.

Ogni suo tentativo fu vano e il suo cuore non resse al dolore.

Il giorno seguente, i pescatori, usciti di buon mattino, trovarono il giovane pietrificato dallo straziante lutto, nel bianco scoglio che porta tutt’ora il suo nome.

Oggi si racconta che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dagli abissi per raggiungere il suo amore e per rivivere con lui una sola notte.

Tra la gente del posto è possibile sentire la storia narrata con qualche piccola variante, tra cui quella relativa al nome della giovane. Per alcuni sembra si chiamasse Vesta, da cui poi prese il nome l’attuale paese pugliese.

Questa antica leggenda è ricordata non solo nei racconti scritti sui libri o tramandati oralmente, ma anche grazie alla musica. Viene infatti cantata nel 2018 a Sanremo da Max Gazzè nel brano “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” 

Si dice anche che, secondo una superstizione, se si compie un giro completo intorno alla roccia del Pizzomunno, formulando un desiderio, esso si avvererà. Quindi, se vi trovate nei pressi del bianco monolite, provate anche voi…tentare non nuoce!

IMMAGINE: “L’aiguile et la falaise d’aval” C.Monet

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