Viaggio tra colori e sapori: dalla Fioritura di Castelluccio a Norcia (Umbria)

Partiamo all’alba… un incantevole luogo ci aspetta.

Viaggiando attraverso verdeggianti colline, infiniti spazi e panorami senza confini, arriviamo al Pian Grande, in Umbria, dove, all’ombra del Monte Vettore, una variopinta distesa di fiori danza sulle note di leggeri aliti di vento.

È tempo della Fioritura e narcisi, papaveri e genziane alternano una armonica cromia, che sembra un dipinto realizzato dalle abili mani di un pittore.

L’Altopiano di Castelluccio, come un attento sorvegliante, tiene gli occhi fissi sui prati, quasi a volerli proteggere per preservarne la bellezza.

Osserviamo i fiori, ne respiriamo il profumo, volgiamo lo sguardo verso il bosco che delinea la sagoma dello “stivale” italiano e ci fermiamo a catturare un’immagine che non si può fotografare, ma che resti custodita nella mente.

Rimaniamo per un po’ abbracciati dalla natura, camminando in silenzio lungo i sentieri che si nascondono tra i fiori.

Il tempo sembra fermarsi, ma un severo sole è già alto nel cielo a ricordarci che la giornata prevede un’altra meta.

Riprendiamo le nostre cose e, in pochi minuti, giungiamo a Norcia, il bel borgo della Valnerina, nel cuore del Parco nazionale dei Monti Sibillini.

Attraversiamo Porta Romana, uno dei sette ingressi che danno accesso al centro storico. La scritta incisa sopra di essa “Vetusta Nursia” testimonia quanto sia secolare la storia di questo paese, circondato interamente da possenti mura, rimaste illese nei secoli.

Anticamente chiamata Nursia, Norcia, fu sottratta ai Sabini dai Romani per passare poi nelle mani della Chiesa nel Quattrocento. Nel 480 circa, diede i natali a San Benedetto e a sua sorella Santa Scolastica.

Camminiamo lungo il corso principale, tra profumo di tartufo pregiato, prosciutto e lenticchie di cui la cittadina vanta per entrambi il marchio I.G.P. fino a giungere dove, proprio San Benedetto, con la sua altissima statua, ci accoglie a braccia aperte nell’omonima piazza sulla quale si affacciano gli edifici principali di Norcia.

Purtroppo, però, il terremoto che ha colpito il paese, nel 2016, ha lasciato non poche ferite visibili oggi in quelli che sono ormai solo i resti della splendida Basilica di San Benedetto, risalente al 1200, sorta su quella che fu la casa natale de Santo.

Accanto, il Palazzo Comunale, guarda la dirimpettaia Rocca, detta “la Castellina”. Quest’ultima, costruita nel 1554, fu inizialmente sede del Governo pontificio, mentre oggi, ospita al suo interno il Museo Civico e Diocesiano.

Originariamente, sulle fondamenta della Fortezza, sorgeva il Tempio dedicato alla Dea della Fortuna Argentea i cui resti sono ancora visibili nei sotterranei della Rocca. Con la venuta del Cristianesimo, il tempio perse la sua funzione, ma il ricordo resta ancora nell’appellativo dato all’adiacente Cattedrale di Santa Maria Argentea, eretta alla metà del ‘500.

Ci guardiamo intorno e con il cuore affranto, camminiamo verso Porta Ascolana, l’uscita dal centro che si affaccia su Viale della Stazione dove, i negozi dei terremotati del centro storico, si sono momentaneamente spostati per continuare la loro attività.

Non ci facciamo mancare un po’ di shopping gastronomico, acquistando i prodotti locali derivati da “l’arte della lavorazione suina”, la Norcineria. Prosciutto, salsicce, guanciale e le immancabili lenticchie sono già nelle nostre buste, pronte per essere portate a casa, mentre un pezzo del nostro cuore resterà, invece, per sempre qui.